Investire in Petrolio nel 2016

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In questi primi giorni del 2016 può apparire sicuramente molto strano il pensiero di poter investire nel petrolio nel 2016, dato che dal ribasso si è passati al crollo e a fine gennaio è arrivato persino sotto quota 30$ al barile. Ebbene, investire in materie prime offre i suoi migliori frutti nelle scelte coraggiose, perciò vi sono ottimi spunti per coloro che desiderano aprire posizioni di trading sul petrolio o investire in azioni di società petrolifere, cosnderato il momento di “saldi”. La domanda giusta da porsi è: per quanto rimarrà così basso il prezzo del petrolio? Siamo sicuri che non succederà nulla che non lo faccia tornare almeno sopra i 50$ entro l’anno?

Perché il prezzo del petrolio scende?

Innanzitutto facciamo un passo indietro e analizziamo i motivi che stanno alla base della discesa del prezzo del petrolio. La motivazione più forte, quella sicuramente più decisiva è data dall’eccessiva offerta rispetto alla domanda. Come in qualsiasi tipo di mercato, se la domanda cala e l’offerta aumenta, i prezzi fisiologicamente si abbassano, perché a comprare ci son meno clienti e quindi per accattivarseli i concorrenti abbassano i prezzi. Il mercato delle materie prime funziona allo stesso modo perciò vanno a risentirne i prezzi dei futures, le quotazioni degli ETF petrolio e anche le azioni delle società del settore petrolifero.

L’aumento di offerta è stato dovuto all’aumento di produzione di alcuni paesi dell’OPEC, che hanno immesso sul mercato delle quote molto al di sopra dei propri standard. A partire dal 2013, anno in cui il petrolio è schizzato alle stelle, è partita una lunga discesa sospinta prima dalla sovrapproduzione di petrolio USA, continuata ora dall’Arabia Saudita. Si tratta di una sorta di guerra concorrenziale che tuttavia va ben oltre le normali sfide di mercato. Infatti, il prezzo del petrolio influisce sull’intera economia internazionale e va influenzare diversi tipi di mercato e di dinamiche di scambio. Dietro le decisioni di sovrapproduzione quindi vi sono delle logiche che sono equiparabili a quelle che vanno ad agire sui tassi d’interesse.

Per quanto ancora il prezzo del petrolio scenderà?

Considerato ciò, poniamoci nuovamente la domanda sul fino a quando il petrolio resterà basso o continuera a scendere. La risposta, dato quanto esposto, non può che considerare degli accordi geo politici ed economici che sicuramente scenderanno in campo riguardo a questa faccenda.

Per ottimizzare le energie e il tempo, sintetizziamo il tutto con queste domande: per quanto tempo i vertici dei paesi esportatori perpetreranno l’attuale strategia di produzione del proprio petrolio? Fin quando potranno guadagnarci? Quando si giungerà a una saturazione di mercato tale da dover prendere nuovamente provvedimenti per un rialzo del prezzo del petrolio?

E’ molto difficile immaginare un intero anno con il prezzo del petrolio a 20$, oppure a 10$. Sebbene sia abbastanza basso, il petrolio a 30$ è ancora in qualche senso ragionevole, poiché sebbene colpisca alcuni paesi esportatori, di sicuro aiuta le economie di molti paesi importatori, che possono contare su un costo della produzione più basso e su un maggiore PIL.

In questo momento occorre prendere una decisione abbastanza forte: puntare sul rialzo del petrolio oppure sul suo ulteriore ribasso. Sebbene possa sembrare che vi sia disparità tra una scelta e l’altra, questa in effetti non vi è. Infatti, in senso ribassista il petrolio è portato fino a 10$, mentre in ottica rialzista è portato fino ai 50$. Un prezzo maggiore nell’arco dello stesso 2016 gode sicuramente di meno pronostici.

Dato l’attuale prezzo a 30$ c’è ancora molto margine di guadagno. Infatti, considerato anche il trading su materie prime tramite leva (solitamente 1:150 per le materie prime), si hanno degli ottimi margini sia in ottica di rialzo che di ribasso.

Investimento o trading sul petrolio?

Chi ha la possibilità di seguire giorno per giorno l’andamento del prezzo del petrolio e tenere sott’occhio le news finanziarie che potrebbero influire sul suo prezzo, gode anche della grande possibilità di fare trading sul petrolio. Questo si può attuare negoziando CFD sulle piattaforme di negoziazione, tenendo ben presenti due tipi di prodotto: i CFD sugli ETF petrolio e i CFD sui futures petrolio.

  • Gli ETF petrolio sono dei fondi d’investimento di tipo ETF (Exchange Traded Fund) che hanno come obbiettivo quello di replicare le performance del prezzo del petrolio, offrendo ai loro sottoscrittori condizioni di costi più vantaggiose. I CFD su ETF sono particolari strumenti finanziari che seguono l’andamento degli stessi ETF. Con le piattaforme di trading CFD non si sottoscrivono ETF bensì si negoziano CFD.
  • I futures petrolio invece sono dei contratti con i quali ci si impegna ad acquistare ad una determinata data un determinato quantitativo di materia prima. Anche in questo caso, chi fa trading online non acquista materia prima fisica ma negozia CFD che hanno come sottostanti gli stessi futures. I valore dei CFD deriva da quello degli strumenti sottostanti e consente di realizzare profitti dalle variazioni di quotazione dei CFD dal momento dell’apertura di una posizione a quello della sua chiusura.

Per fare trading su ETF petrolio o futures negoziando CFD, la piattaforma più utilizzata è quella di Plus500 di cui consigliamo l’iscrizione alla demo gratuita di prova.

Chi ha più risorse ma non ha la possibilità di seguire personalmente l’andamento dei prezzi e le vicende che potrebbero influire sul prezzo del petrolio, può puntare sull’investimento sul petrolio in via tradizionale, tramite gli ETF petrolio (non CFD su ETF) o i futures sul petrolio (non CFD su futures).

 

 

 

 

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