Carry Trade: Cos’è e Come Consente di Guadagnare

Lezione 13 del Corso Forex di Giocare in Borsa, dedicata al carry trade

Nella scorsa lezione, dedicata alla correlazione tra valute, abbiamo accennato al concetto di carry trade. Tuttavia essendo l’argomento molto importante è bene approfondirlo. Diciamo subito che è un argomento per utenti esperti che generalmente non interessa molto chi fa trading ma che comunque può essere importante a chi fa grossi investimenti sul mercato Forex.

Cos’è il Carry Trade? Significato ed Esempio

Quando nel gergo tecnico si dice “fare carry trade” si fa riferimento a delle operazioni su una valuta di un paese che ha tassi d’interesse più convenienti rispetto a quelli di un paese in cui si va a investire sulla valuta.

Un esempio di carry trade potrebbe essere la vendita di una valuta A con il cui ricavato si vada ad acquistare valuta B:

  • Paese A: tasso interesse 0,5%
  • Paese B: tasso interesse 2%

Ebbene, il carry trade consiste nella vendita della valuta del paese A e al conseguente acquisto (con il ricavato) di valuta del paese B.

Probabilmente vi starete chiedendo il perché di questa operazione. C’è una forma di profitto che ne deriva?

La risposta è sì.

Il profitto derivante da questa operazione proviene dal differenziale d’interesse tra i due paesi e quindi tra le due valute. A questo risultato va tuttavia sottratto il costo del cambio (disaggio).

Questa operazione è molto utilizzata dagli operatori finanziari poiché questi invece di investire il proprio denaro preferiscono indebitarsi. Considerato ciò, se ci si indebita in valuta A per poi comprare obbligazioni di stato del paese B, il guadagno netto dell’operazione sarà dell’1,5% (2% – 0,5 %) sempre al netto del disaggio. Si tratta di operazioni che sono perciò effettuate soprattutto dai grossi operatori finanziari che dispongono di grandi capitali.

Si tratta di un esempio della finanza più pragmatica.

Come si fa carry trade

Va bene, il carry trade ad alti livelli sarà prerogativa dei grandi operatori finanziari, ma ciò non vuol dire che anche noi nel nostro piccolo non possiamo farlo. Infatti, tale operazione così come l’abbiamo descritta può essere svolta su qualsiasi cross valutario.

La cosa fondamentale, ovviamente, resta quella di individuare il giusto cross su cui fare carry trade. Inoltre, come sempre, occorre individuare il momento giusto per chiudere la posizione al fine di ottimizzare il nostro guadagno.

Quale elemento tenere in considerazione per la scelta? Beh, a questo punto dovreste averlo capito: i tassi d’interesse. Ricordatevi che per il carry trade si tratta principalmente (o quasi solo) di tassi d’interesse e della differenza tra due paesi di una stessa coppia valutaria.

Quello che serve ora sono tabelle comparative di tassi d’interesse dei vari paesi, cosa che potrete ottenere dalla rete, con dati sempre aggiornati.

Quella che vi poniamo ora è una tabella dimostrativa, perciò procuratevi una nuova tabella di riferimento al periodo in cui leggete questo articolo. Potrete trovare una tabella che fa riferimento a durate di vario genere, come ad esempio una tabella con valori swap su un contratto da 1.000$ con scadenza a 24 ore.

tabella contratti swap

Come potete vedere dalla tabella, per ogni cross valutario vi è un diverso differenziale interesse (differenza tra i tassi d’interesse). Quindi immaginiamo che tra i tassi d’interesse europei (BCE) e americani (FED) vi sia un punto e mezzo percentuale di differenza. I PIP costituiscono l’unità di misura dei valori dei cross.

Vai alla prossima lezione: lo Swap Valutario

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