Banca Mediolanum: serve una fase di accumulo prima di una ripresa

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Banca Mediolanum ha subito un netto arretramento nell’ultima decade di febbraio, fatica ad inviare segnali convincenti di ripresa.

Banca Mediolanum nel corso del 2016 non si salvato dalla vendite, ma è riuscito a difendersi meglio dell’indice Ftse Mib, chiudendo l’anno con un ribasso di circa sei punti e mezzo percentuali.
Da fine novembre scorso, quando le quotazioni erano scese al di sotto dei 6 euro, il titolo ha avviato un rapido recupero che già nei primi giorni di dicembre lo ha visto tornare al di sopra di quota 7 euro. In seguito si è avuto un ulteriore allungo fino all’area dei 7,5 euro, da cui però è partito un ripiegamento dei corsi.
Banca Mediolanum nell’ultima decade di febbraio ha accelerato bruscamente la sua discesa in seguito alla diffusione dei risultati del 2016. L’anno è stato archiviato con un utile netto consolidato in calo del 10% a 393,5 milioni di euro, mentre la raccolta netta è stata positiva per 5,638 miliardi di euro.
A penalizzare il titolo è stato l’outlook poco convincente, visto che per l’anno in corso Banca Mediolanum si aspetta una flessione del net interest income di circa il 20%. A ciò si sono aggiunti dei dubbi sulla redditività per il 2018 e tanto basta a spiegare il forte ribasso accusato dal titolo che da oltre i 7 euro è sceso ad un passo dalla soglia dei 6 euro.
Il rimbalzo seguito al crollo non ha portato molto lontano, visto che le quotazioni sono state frenata dall’ostacolo dei 6,5 euro, tornando nuovamente sui loro passi.
I giudizi delle banche d’affari su Banca Mediolanum sono improntati alla cautela visto che Kepler Cheuvreux suggerisce semplicemente di mantenere il titolo in portafoglio, con un prezzo obiettivo ridotto da 7,3 a 7,1 euro e lo stesso rating è stato ribadito da Equita SIM con un target price a 7,1 euro.
Banca Akros ha invece deciso di bocciare Banca Mediolanum, con un cambio di strategia da accumulate a neutral e un prezzo obiettivo rivisto da 7 a 7,2 euro.
Dal punto di vista tecnico dopo la brusca flessione accusata dal titolo, è necessaria ora una fase di accumulazione prima di poter dare vita ad un recupero più convincente.
Per nuovi acquisti si può intervenire sulla debolezza su tenuta dei 6 euro, con stop a 5,75 euro e obiettivo a 6,5 euro prima e a 7 euro in un secondo momento. In alternativa si possono aprire posizioni long al superamento dei 6,5 euro, con stop a 6,2 euro e target a 7 euro prima e a 7,5 euro in un secondo momento.