Previsioni FMI. Male l’Italia

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previsioni fmiOggi il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha reso pubbliche le previsioni di crescita per l’Italia, aggiungendo peso al pessimismo generale che vede la stessa crescita procedere ad un passo più lento del previsto. Così, per il 2015 il FMI prevede una crescita dello 0,4% e dello 0,8% per il 2016. A proposito del 2016, Bankitalia è più ottimista prevedendo un 1,2% e quindi vedendo il 2015 come ultimo anno di purgatorio.

Ovviamente, a parlare saranno i fatti e potremo giocarci tre carte decisamente importanti: l’euro debole nei confronti del dollaro, il calo del costo del petrolio, l’aumento del franco svizzero. L’euro dovrebbe portare più export, soprattutto verso gli USA, il cui dollaro va aumentando sempre più valore e si avvicina sempre più alla parità. Il petrolio dovrebbe portare un aumento del PIL pari allo 0,5% e dovrebbe contribuire alla diminuzione dei costi di produzione (la probabile causa degli ultimi dati sull’inflazione). Infine, il franco svizzero, anche se in modo minore, poiché è un paese confinante ricco e ora anche con una moneta molto forte sull’euro e quindi potremmo avere benefici sull’export e non solo.
Il calo del prezzo del petrolio o per meglio dire il crollo, aveva fatto sperare a delle previsioni più rosee. Tuttavia, così non è stato.
Lo stesso destino pare accompagnerà gli altri paesi dell’Eurozona con una sola eccezione: la Spagna. Gli iberici, sempre tenendo conto delle stesse previsioni, vedrebbero ottenere un +2% nel 2015 e probabilmente una quota più alta nel 2016. Considerate le ultime polemiche provenienti da Madrid, siamo quasi certi che ne sentiremo altre. Le polemiche erano più o meno del tipo “l’Italia e la Grecia rallentano l’euro”. Sono frecciate che ci ricorderemo per altri periodi, sperando di poter restituire il favore. Ad ogni modo, vogliamo prenderle come critiche costruttive.

Perché le previsioni FMI sono così pessimiste?

Il Fondo Monetario Internazionale è un organismo molto pacato ed attento, perciò ogni dato viene rilasciato con accuratezza, anche per non creare situazioni di panico inutili. Ebbene, ci si aspettava un rimbalzo degli investimenti, che però non ha avuto luogo o per lo meno non nella misura in cui li si aspettava. Probabilmente, ciò è dovuto alla convinzione che il prezzo del petrolio possa tornare su e quindi annullare gli effetti positivi. A questo fattore c’è da aggiungere l’inflazione, che i nuovi dati vedono in ulteriore calo. A fronte di ciò, il FMI aspetta i risultati del Quantitative Easing che la BCE e la Comunità Europea adotteranno, in cui si la banca centrale acquisterà titoli di stato dei paesi membri per circa mille miliardi di euro. Il decreto sul QE dovrebbe arrivare dopodomani, giovedì 22 gennaio.

Come affrontare il trading?

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