Se per un classicista significa “Quattordici”, per un trader il VIX rapprerenta il Chicago Board Options Exchange Volatility Index, ovvero un indice di volatilità. Prima di poterlo descrivere, dobbiamo necessariamente fare un ripasso dei concetti di “indice” e di “volatilità”.
Come abbiamo detto anche nell’articolo VIX, l’indice della paura, oggi è possibile fare trading sul VIX operando al rialzo e al ribasso. Ciò significa che si può puntare a ottenere risultati economici in base al rialzo e al ribasso della quotazione del VIX, grazie ai CFD. Qui sotto presentiamo una tabella che include le migliori piattaforme con le quali fare trading sul VIX.
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Indice
Piccolo ripasso: indici e volatilità
L’indice, o più tecnicamente “numero indice”, è un numero che esprime come cambia un determinato fenomeno considerando diverse circostanze. Ad esempio, nella finanza gli “indici di prezzo” indicano il livello di determinati prezzi di un’area geografica. La loro importanza è associata anche al momento esatto in cui si manifestano, poiché nella finanza è importante tenere conto di tutte le variazioni di prezzo avvenute nell’intero arco temporale, a fini statistici e matematici.
La volatilità esprime come varia in termini percentuali un prezzo di uno strumento finanziario in un determinato periodo: maggiore è la variazione del prezzo in un dato periodo più alta sarà la sua volatilità associata, più debole sarà la variazione di prezzo più bassa sarà la volatilità.
L’importanza del VIX nel trading online
A questo punto, avendo chiari questi due concetti, possiamo riprendere il discorso sull’indice di volatilità VIX. Questo è calcolato dal più grande mercato mondiale di opzioni sin dal 1983 e misura la volatilità implicita del prezzo delle opzioni.
La funzione del VIX è quella di misurare il prezzo che gli operatori di mercato hanno negoziato di pagare per acquistare opzioni sull’indice S&P 500.
Per comprendere meglio questa definizione, specifichiamo che l’opzione in termini finanziari è da intendersi come il diritto, ma non obbligo, di acquistare un determinato titolo. In questo caso, le opzioni a cui si fanno riferimento sono opzioni sull’indice S&P 500.
Non si tratta quindi del concetto generale di volatilità, ma della volatilità che comprende un particolare strumento legato a un indice, connesso a sua volta a un mercato.
Ma perché si associa la volatilità dell’opzione a quella del suo sottostante? Perché questo indice è così importante per l’ambito del trading?
A tal proposito, sarebbe bene sapere il trading online cos’è, prima di procedere.
Ebbene, essendo le opzioni basate su un sottostante, ovvero uno strumento finanziario, la volatilità su una determinata opzione non può che derivare (in quanto derivata!) che dal prezzo del sottostante stesso.
Volatilità attesa
Quando si parla di volatilità si può fare riferimento a due momenti nel tempo: il passato e il futuro. Ovviamente l’interesse di un investitore è rivolto al futuro.
Ebbene, nell’indice di volatilità vi sono dei fattori tecnici molto interessanti legati situazione corrente, ma che prendono in considerazione i dati storici, quindi l’impatto della volatilità su un determinato indici in determinate situazioni.
Si tratta di stime implicite aiutano a ipotizzare la volatilità attesa. Quindi, per sintetizzare, la volatilità attesa è data dai dati della volatilità storica applicati alla volatilità immediata.
L’indice VIX, in definitiva, è un indice che misura la volatilità attesa dell’indice S&P500.
Confronto tra Indice VIX e S&P 500
In questa illustrazione, evidenziamo il confronto tra l’indice VIX e l’indice S&P500.
Come si può vedere, quando a volatilità implicita si trova in un trend rialzista, l’indice S&P500 tende al ribasso. Questo ci fa capire il perchè del nome di questo indice, che viene comunemente chiamato “indice della paura”. L’indice VIX è infatti sostanzialmente un indice che misura anche la fiducia del mercato, degli investitori, e questo fenomeno, che prevede il rialzo del VIX e il ribasso dell’S&P, si può spiegare con la tendenza dei ribassi ad avere più “violenza” rispetto ai rialzi.
Effetti del VIX sui mercati finanziari
Sui mercati è facile osservare questo fenomeno, tanto che gli operatori causano per questo motivo il rialzo del prezzo delle azioni. Infatti, analizzando i dati storici, si può affermare che:
- VIX uguale o inferiore a 20 indica situazione in prevalenza rialzista
- VIX nell’intervallo tra 20 e 40 indica una fase incerta ma non sicuramente ribassista
- VIX superiore a 40 indica una situazione altamente volatile, con forti rischi di ribasso
Conferme alla tesi del VIX
Questo pattern di dati ha funzionato decisamente bene nel passato, ed è stato sostenuto dai movimenti che il mercato ha preso.
Nel 2008, ad esempio, vi fu un fortissimo ribasso dell’indice S&P500, mentre poco prima l’indice VIX era arrivato fino a 80, un livello estremamente superiore ai 40 indicati. Successivamente, nel 2012, l’indice VIX è tornato sotto i 20 punti e si è avuto un rinforzo dell’economia americana, ricordandoci che il VIX misura la volatilità sull’indice S&P500, non quella globale.
Negli anni successivi, ovvero dalla fine del 2013 questo indice visto dei ribassi molto brevi a quote vicino ai 20 per poi arrivare tra il 2014 e il 2015 a livelli mai toccati prima e che hanno giovato all’indice S&P 500.
Ancora più tardi, con la pandemia Covid, sono arrivate ulteriori conferme sul funzionamento di tali dinamiche.