Vanno pagate le tasse sui bitcoin? La risposta a questa domanda interessa a tanti investitori e trader, ma non solo. Infatti, come vedremo in questo articolo, la risposta dipende dai casi.
Indice
Ho comprato dei bitcoin: devo pagare le tasse?
Chi acquista bitcoin non deve pagare le tasse in quanto esso è un investimento e se si guadagna dall’aumento di valore della criptovaluta questo non va tassato. Infatti, il bitcoin dal punto di vista legislativo italiano è considerato una valuta estera, perciò se sale di valore non si può definire in sé una plusvalenza. In Italia, infatti, la tassazione interessa le plusvalenze, ma intese come parte di un’attività commerciale.
Nel caso in cui si possiedano bitcoin per un controvalore di oltre 51 mila euro per almeno 7 giorni consecutivi, lo stato inizia a considerarli come attività speculativa e perciò eventuali plusvalenze verrebbero tassate.
Mi hanno pagato in bitcoin: devo pagare le tasse?
In questo caso, la situazione cambia totalmente, poiché il pagamento in bitcoin è considerato un introito così come tutti gli altri e perciò la plusvalenza ottenuta va tassata, con le stesse aliquote che si userebbero per euro, dollari ecc.
Occorre dichiarare i bitcoin per le tasse?
In generale, non occorre dichiarare allo Stato quanti bitcoin si posseggono. Questi infatti rappresentano una quantità di denaro che si è deciso di cambiare in un’altra valuta. Come abbiamo detto in precedenza, il bitcoin è considerato una valuta estera. Quindi allo stesso modo in cui non dichiariamo quanti euro abbiamo cambiato in dollari o in sterline, così non dobbiamo dichiarare quanti euro abbiamo cambiato in bitcoin.
Attenzione, però, perché come visto in precedenza, se si possiedono bitcoin per un controvalore di oltre 51 mila euro per almeno 7 giorni consecutivi, lo stato inizia a considerarli come attività speculativa e perciò eventuali plusvalenze verrebbero tassate.
Trading bitcoin: bisogna pagare le tasse
Se si fa trading sui bitcoin e si ottengono delle plusvalenze, occorre pagare le tasse sulle plusvalenze. Questo vale per il trading con CFD, che sono strumenti finanziari con i quali si può negoziare al rialzo o al ribasso sul prezzo del bitcoin, senza tuttavia acquistare veri bitcoin. Per questo tipo di attività, l’aliquota è del 26%.
A tal proposito, ecco una selezione di alcune delle migliori piattaforme per fare trading sul bitcoin.
-
Broker:Deposito Minimo: 100 €Licenza: Cysec 388/20
- Spread vantaggiosi
- TradingView
*Il 75.8% dei conti degli investitori al dettaglio perdono denaro quando scambiano CFD con questo fornitore -
Broker:Deposito Minimo: 100 €Licenza: Cysec 109/10*Il 51% dei conti degli investitori al dettaglio perde denaro quando si scambiano CFD con questo fornitore. Dovreste considerare se capite come funzionano i CFD e se potete permettervi di correre l'alto rischio di perdere il vostro denaro.
-
Broker: FinecoDeposito Minimo: €Licenza: Banca d'Italia e CONSOB
- La banca più votata su trustpilot
- Tra le banche più solide in Europa: CET1 21,8%
*Your capital is at risk (CFD service) -
Broker: Capital.comDeposito Minimo: 20 (con carta) €Licenza: Cysec
- Spread competitivi
- Materiale Educativo
*Il 75% dei conti degli investitori al dettaglio perde denaro quando si scambiano CFD con questo fornitore
Tasse bitcoin: il testo della normativa inerente i bitcoin in Italia
Per inquadrare meglio ciò che abbiamo detto finora, vediamo cosa dispone la normativa.
La Risoluzione Ministeriale n. 72 E del 02/09/2016 l’Agenzia delle entrate ha dichiarato che:
- Bitcoin è da considerarsi una valuta alternativa all’euro
- Cambiare Bitcoin in Euro o viceversa sono da considerare un normale cambio di valuta e perciò valgono le stesse norme vigenti per gli altri cambi
- Le società che operano con fini speculativi sul bitcoin o ricevono pagamenti in bitcoin devono dichiararli al pari di altre valute
- Se i privati acquistano bitcoin (ovvero cambiano euro in bitcoin) senza finalità speculative, non vengono considerati redditi imponibili. A tal proposito vale il fattore del valore superiore ai 51 mila euro per almeno 7 giorni consecutivi.