Secondo i dati ufficiali, l’economia del Regno Unito è cresciuta inaspettatamente a novembre, grazie alla spinta dei Mondiali di calcio.
L’economia è cresciuta dello 0,1%, grazie alla domanda di servizi nel settore tecnologico e nonostante le famiglie siano state schiacciate dall’aumento dei prezzi.
L’Office for National Statistics (ONS) ha dichiarato che anche i pub e i ristoranti hanno favorito la crescita grazie alle uscite per vedere il calcio.
Ma non è ancora chiaro se l’aumento dei costi porterà il Regno Unito in recessione.
Sebbene la lettura di novembre del prodotto interno lordo – una misura di tutte le attività delle imprese, del governo e dei cittadini nel Regno Unito – sia stata molto migliore del previsto, il quadro generale suggerisce ancora che l’economia è in fase di stagnazione a causa dell’aumento delle bollette di cibo ed energia e dei tagli alle spese.
L’aumento di novembre segna un rallentamento rispetto all’aumento dello 0,5% di ottobre, che era in gran parte il risultato di un rimbalzo delle imprese chiuse in occasione dei funerali della Regina Elisabetta II a settembre.
Leggi riguardo all’indice inglese FTSE100.
Il Regno Unito è o non è in recessione?
Gli economisti hanno suggerito che gli ultimi dati rendono meno chiaro se il Regno Unito sia entrato in recessione alla fine dello scorso anno. Una recessione è definita come due periodi, o trimestri, di tre mesi consecutivi di contrazione della produzione economica.
Quando un Paese è in recessione, è segno che la sua economia sta andando male. Durante una recessione, le aziende di solito guadagnano meno e il numero di disoccupati aumenta. Anche per i laureati e i diplomati è più difficile trovare un primo impiego.
Tra luglio e settembre, la produzione economica del Regno Unito si è ridotta dello 0,3%. La crescita economica ha subito un brusco rallentamento a partire da ottobre, in parte a causa degli scioperi.
Morgan ha dichiarato che l’economia dovrebbe ridursi dello 0,6% a dicembre per far entrare il Regno Unito in recessione. Sebbene a novembre si sia registrato un breve miglioramento, la Federazione delle Piccole Imprese (FSB) ha avvertito che le preoccupazioni sull’economia non sono ancora sopite.
Il presidente nazionale della FSB, Martin McTague, ha dichiarato: “Con i costi che rimangono elevati sia per le piccole imprese che per le famiglie, i responsabili politici non possono riposare sugli allori. L’inflazione deve essere ridotta, permane un’enorme incertezza sui prezzi dell’energia e la fiducia dei consumatori rimane ostinatamente bassa”.