Insider Trading: cosa significa e cosa comporta

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Insider Trading cosa significa legge Draghi

Per insider trading si intenda una compravendita di dati riservati. Questa pratica è illegale, poiché consiste nel divulgare informazioni private in cambio di denaro. Diciamo subito che non ha niente a che fare con il trading online né con l’investimento in borsa.

La Legge Draghi (TUF)

La legge ancora in vigore per contrastare la pratica dell’insider trading porta il nome dell’attuale presidente del consiglio, Mario Draghi. Nel 1998, quando era Direttore Generale del Tesoro, creò una legge che riuniva diverse normative. Grazie la Legge Draghi o TUF, anche la legislazione italiana riuscì ad adeguare la propria legislazione riguardo l’insider trading.

Il TUF, Testo Unico delle disposizioni in materia d’intermediazione Finanziaria, vuole rappresentare una legislazione semplice, definendo principalmente i dettami più generali, e lasciando i tecnicismi ai vari regolamenti. Inoltre la legge si è focalizzata sul rafforzare i sistemi di governance delle società, creando così una direttiva al passo con quelle degli altri grandi paesi europei.

Il TUF riguardo l’insider trading

La Legge Draghi non si è limitata a fornire indicazioni per le società di investimento, pensando anche all’inserimento di società di gestione di risparmio, rivedendo le regole e le modalità dei mercati finanziari, la gestione molto più accentrata, la disciplina degli strumenti finanziari e le varie sollecitazioni all’investimento. Il TUF ha anche introdotto una serie di normative puntate a condannare certi comportamenti che potrebbero risultare dannosi per la stabilità dei mercati. L’esempio più lampante di tali comportamenti è appunto la divulgazione illecita di informazioni private, ovvero proprio l’insider trading.

Cos’è l’insider trading?

L’insider trading può essere effettuato da qualsiasi individuo che si ritrovi in una posizione più o meno privilegiata. In particolare, l’insider può effettuare diverse violazioni:

  • Acquistare o vendere le informazioni in proprio possesso, sia per ottenere un vantaggio personale, che per conto di terzi;
  • Divulgare le proprie informazioni personali a terzi esterni dal rapporto professionale o della funzione ricoperta;
  • Portare altri utenti, grazie alle informazioni in proprio possesso, a compiere specifiche operazioni su strumenti finanziari.

Le pratiche di Tipping e Tuyautage

Nell’ambiente dell’insider trading e dei comportamenti illegali riguardanti informazioni private, spesso saltano fuori i termini tipping e tuyautage.

Il tipping è una pratica riguardante la divulgazione a terze parti di tali informazioni, senza una motivazione adeguata e non coerentemente al normale svolgimento del lavoro o della professione.

Il tuyautage invece riguarda la raccomandazione a terzi circa l’effettuazione di determinate operazioni, senza comunque dover rivelare alle terze parti quali siano le effettive informazioni sottostanti.

Le sanzioni per l’insider trading

Nel nostro paese, l’ente principale in dovere di controllare ogni transazione del mercato e vigilando sul corretto uso di informazioni è la Consob. Questa ha la facoltà di richiedere la comunicazione di notizie agli emittenti quotati, ricevendo notizie da enti pubblici e privati, effettuando le dovute ispezioni.

Le sanzioni per l’insider trading si sviluppano a partire dal 2004, e definiscono che chiunque effettui un abuso di informazioni privilegiate, specialmente se la violazione effettuata ricade nel penale, potrà essere punito con la reclusione da uno a sei anni, e con una sanzione da ventimila a tre milioni di euro. Inoltre, il giudice designato ha la facoltà di aumentare la multa fino al triplo o fino all’importo del profitto conseguito moltiplicato per dieci, in caso valutasse un’eccessiva gravità dell’infrazione commessa, ovvero se questa apparisse insufficiente anche se applicata al massimale. Questi sono i provvedimenti applicabili nel caso dell’insider primario, ovvero di colui che a tutti gli effetti detiene e divulga le informazioni private.

Quando invece si va ad analizzare gli insider secondari, ovvero coloro che ricevono tali informazioni, la sanzione ricade nell’illecito amministrativo. In questo modo, la violazione può essere punibile con una sanzione in denaro compresa tra ventimila euro e tre milioni di euro.

Le comunicazioni al pubblico sull’insider trading

Per poter effettivamente definire un comportamento illecito riguardo le comunicazioni al pubblico, il TUF obbliga tutti gli emittenti quotati ed i soggetti che li controllano a divulgare al pubblico le informazioni private riguardanti in modo diretto i dati emittenti e le società controllate.

Inoltre, è anche necessario che chiunque svolga una funzione amministrativa, direttiva e di controllo in un emittente quotato, i dirigenti che hanno accesso ad informazioni private e con potere decisionale, e chiunque detenga azioni per una somma pari ad almeno il 10%, a divulgare alla consob e al pubblico ogni operazione effettuata. Le comunicazioni sono effettuabili anche tramite un intermediario, e riguardano le azioni dell’emittente o altri strumenti finanziari direttamente collegati ad esse, ovvero i comunicati di internal dealing.

Chiunque effettui valutazioni, come ad esempio le società di rating, gli emittenti di tali strumenti o coloro che consigliano investimenti destinati ai mass media, sono portati a presentare le proprie informazioni in modo corretto, comunicando un eventuale interesse o conflitto d’interessi riguardante gli strumenti finanziari inerenti alle informazioni.

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