Eugene Fama e l’efficienza dei Mercati

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Eugene Fama è considerato uno dei più attenti e lungimiranti conoscitori dei mercati finanziari dei giorni nostri ed è divenuto celebre grazie anche ad un’ intervista rilasciata alla rubrica “Investment Gurus” del “New York Institute of Finance” nel 1997, dove espose le sue teorie innovative sull’investimento.

Accademico di Chicago, Fama esercitò come professore alla “School of Business” dell’ Università locale e tra le sue pubblicazioni in ambito finanziario più note, troviamo quella intitolata “Movimenti casuali nel mercato azionario” che rimase impressa nella mente dei lettori per la sua originalità, nonchè aleatorietà.

Secondo Fama si potrebbe creare un portfolio di titoli scelti casualmente, quasi alla cieca, e si otterrebbero dei rendimenti similari a quando si crea un portfolio sulla base delle indicazioni dei migliori analisti. L’ aspetto assolutamente degno di nota è che non basa questa teoria su idee personali, bensì sulle statistiche disponibili negli ultimi decenni. I mercati quindi secondo lui sono casuali ed imprevedibili.

L’efficienza dei mercati

Ecco così emergere la caratteristica principale dei concetti espressi da Eugene Fama ovvero mantenere il focus sull’ efficienza dei mercati suddivisa in tre specifici settori:

  • Efficienza Debole
  • Efficienza Semi-Forte
  • Efficienza Forte

Efficienza Debole

Le serie storiche dettano legge e, secondo questa ipotesi, il prezzo di un titolo prende forma esclusivamente sulla base di esse non considerando minimamente aspetti derivanti da un’attenta analisi tecnica, indipendentemente dalla tipologia di metodo applicato.

Efficienza Semi-Forte

In questa ipotesi riveste pur sempre una certa importanza l’insieme dei dati storici ma oltre a questo il prezzo di un titolo sarà il derivato incorpora tutte le informazioni di dominio pubblico disponibili all’investitore.

Efficienza Forte

La terza ipotesi prende in considerazione anche l’insieme di informazioni privilegiate e confidenziali, denominate anche insider trading, dichiarandole como quasi inutili se non addirittura fuorvianti. Questa ipotesi viene anche avvalorata da alcune statistiche secondo cui le notizie ottenute in modo perseguibile dalla legge offrano un rendimento assolutamente scarso tra l’ 1% e l’ 1,5%.

La teoria secondo cui il prezzo riflette il reale valore di un titolo è quindi basilare anche in questo approccio ai mercati. Ogni notizia, rumors, figura geometrica scovata dall’analisi tecnica è già scontata quasi istantaneamente nel prezzo di mercato di un determinato titolo azionario. Per questo motivo va considerato esclusivamente il prezzo e risulta inutile qualsiasi considerazione di tipo fondamentale.

Le informazioni privilegiate e confidenziali, come ben si può intendere, sono praticamente impossibili nel trading sul Forex, poiché il mercato è molto più ampio e generalmente non vi sono informazioni privilegiate a poterlo regolare.

Attente analisi o casualità?

Ecco quindi dominare nelle asserzioni di Eugen Fama la “random walk theory” ovvero l’idea secondo cui sia quasi inutile dedicare moltissimo tempo ad analizzare i titoli, proprio perché l’aleatorietà e la casualità la fanno da padroni.

Come indicato in precedenza, Fama, insieme al suo collaboratore Kenneth French, sviluppò questa teoria sulla base di attente ricerche che dimostrarono quanto strumenti quali analisi, diagrammi e report siano in realtà solamente velleitari e senza alcun valore ed atti a confondere anziché ad aiutare l’investitore. Tutto ciò però sfiora quasi l’assurdo quando Fama afferma che proprio grazie a questa “efficienza” i mercati possano essere fonte di eccellenti investimenti infatti lui stesso propone l’assunto che “..nessun mercato è completamente efficiente”.

Lascia inevitabilmente perplessi il modo in cui Eugene Fama definisca i successi di investitori decisamente famosi ed invidiati come Warren Buffet, Peter Lynch o Julian Robertson, infatti asserisce che in pratica sia solamente questione di fortuna o di abilità personale. Non è questione di metodo o di analisi, bensì questi personaggi (sempre secondo Fama) rappresentano l’eccezione che conferma la regola, ovvero che i mercati sono casuali così come è un caso che “battano il mercato” sempre gli stessi.

Giungendo quindi alla conclusione di quanto presentato sulle teorie di Fama, verrebbe da abbandonare qualunque tipo di considerazione relativa allo studio dei mercati finanziari ma in realtà non bisogna pedere le speranze e continuare invece con determinazione e chiari obiettivi a costruire un metodo ben definito, che implichi l’uso di stop loss e che si concentri sul proteggere il proprio capitale.