Jesse Livermore, rischio e gestione monetaria

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La metodologia di investimento di Jesse Livermore

Senza alcun dubbio Jesse L. Livermore è stato un grande protagonista del panorama finanziario / speculativo della storia. La caratteristica forse più nota di Livermore è il fatto che era talmente convinto delle sue valutazioni – nonché intuizioni – sui mercati finanziari, che non era in alcun modo dedito ad accumulare il suo capitale, preferendo investirlo totalmente in borsa. Basterebbe questa affermazione iniziale per far comprendere l’attitudine di Livermore che lo portò ad accumulare somme superiori ai 30 milioni di dollari ma terminando la sua vita suicida con 2 milioni di dollari di debito. Questo atteggiamento suscitava molte critiche anche nella società dell’ epoca (parliamo degli inizi del 900) ed uno dei suoi più aspri critici fu William D. Gann, altro ben noto personaggio e trader di successo suo contemporaneo.

Jesse Livermore era solito ripetere:

“Ciò che muove la maggioranza degli investitori sono l’avidità, la paura, la speranza e l’ignoranza. Per questo motivo il prezzo si muove e si muoverà sempre secondo modelli e numerologia ricorrenti, in quanto le azioni degli investitori sono sempre conseguenza delle stesse emozioni.”

Tra le tecniche utilizzate da Livermore, non troviamo sempre metodologie corrette e professionali, infatti era solito sfruttare l’insider trading, promuoveva la pubblicazione di notizie false a vantaggio di sue posizioni in borsa, manteneva nascoste le sue reali posizioni sui mercati e ricorreva alle scommesse. La Securities and Exchange Commission avrebbe poi anni dopo dichiarato illegali questo genere di metodi.

Conosciuto nell’ambiente finanziario da diversi giornalisti, era solito gestire i titoli che aveva in portafoglio sino a quando non ritenesse avessero raggiunto un prezzo adeguato, per poi fare ai giornalisti la “soffiata” che  quegli stessi titoli erano un affare e spingendo così molti all’acquisto. Nella fase di euforia dei prezzi Livermore vendeva quegli stessi titoli – pochi giorni prima consigliati alle masse – al prezzo desiderato.

Il libro “how to trade in stocks”

Nella fase finale della sua carriera, e vita stessa, e dopo aver affrontato diverse crisi finanziarie a causa della sua gestione del rischio da giocatore d’azzardo, Livermore scrisse e pubblicò il libro “How to trade in stocks” nel quale condivise consigli utili ma che in realtà lui non mise mai in pratica.

A proposito di “come fare trading su azioni”, vi consigliamo un altro articolo pubblicato sul nostro sito, dedicato alle basi per partire nel modo corretto.

In questo libro vennero spiegate le sue metodologie di investimento ma in molti casi quanto scritto era in piena contraddizione con la realtà da lui vissuta. Qui viene consigliato di evitare nella maniera più assoluta l’insider trading, viene suggerito di non investire tutto il capitale sui mercati ma di mantenerne una parte da poter gestire oculatamente nei momenti critici e, sebbene questi siano consigli validi, viene da sorridere se pensiamo che Livermore nella sua vita fece l’esatto contrario. Visse una vita sregolata senza mai pensare al domani e sempre alla ricerca di lusso e piaceri. Speculò senza scrupolo facendosi dominare dall’avidità ma riuscendo quasi sempre, grazie alla sua furbizia ed alle sue intuizioni, a cavarsela. Livermore racchiude in sè la figura del trader di successo ma obiettivamente, visto anche il modo in cui terminò la sua vita, non è un esempio da seguire.

Gestione monetaria e rischio secondo Livermore

Partiamo dalla fine. Nel novembre del 1940 Jesse Livermore giunse al punto di fallire per la quarta volta come conseguenza del fatto che non era sua abitudine accumulare denaro e quindi dovette uscire dai mercati finanziari. Fu probabilmente in questa nefasta circostanza che decise di scrivere delle sue riflessioni e concentrare alcuni consigli nel libro intitolato “How to trade in stocks”. Di seguito ne spieghiamo alcuni.

La gestione monetaria

Livermore suggerisce un metodo che potremmo definire di indagine preventiva di un titolo, stabilendo innanzitutto la quantità di capitale da investire ma non investendolo in una sola volta. Dopo aver stabilito una strategia d’investimento chiara, basata su un’attenta analisi, l’investitore dovrà stabilire di entrare a mercato spezzettando l’acquisto del titolo ed aumentando l’esposizione solo nel caso in cui il titolo segua l’andamento previsto. Questo metodo protegge da eventuali valutazioni errate evitando di incappare in grossolani errori. A motivo di quanto esposto Livermore indica una soglia percentuale secondo cui eseguire a mercato la propria strategia ovvero, supponendo un capitale iniziale di 10000 euro, si entra a mercato in quattro momenti diversi con:

  • Entrata N°1 con il 20% – 2000 euro,
  • Entrata N°2 con il 20% – 2000 euro,
  • Entrata N°3 con il 20% – 2000 euro,
  • Entrata N°4 con il 40% – 4000 euro.

Per applicare questa regola è assolutamente indispensabile che il prezzo vada nella direzione stabilita. Non si media mai in perdita. Il fatto che il prezzo segua la nostra analisi è un’evidente dimostrazione della bontà di quanto previsto e quindi questo conferma la correttezza della decisione presa e giustifica una nuova entrata a mercato con un’ulteriore percentuale di capitale. Questo approccio consente di ragionare e prendere decisioni consapevoli basandosi sui fatti e non lasciando spazio alle emozioni che potrebbero dominarci quali la speranza (mal riposta),l ‘avisità, la paura. Il pensare di vendere ai massimi e comprare ai minimi è pura illusione e fin quando un investitore cercherà di farlo, sarà destinato a perdere. Prendersi un pezzo del trend è una visione equilibrata e realistica che porta al successo.

Livermore consiglia quindi di stabilire sin da subito la quantità di capitale che si vuole investire ed una volta deciso valutare le percentuali in cui verrà spezzettato il capitale per eseguire la propria strategia. In seguito sarà compito del trader / investitore attendere che il mercato confermi la correttezza della propria previsione, aumentando così l’esposizione a mercato secondo quanto stabilito nel proprio piano di trading.

Perdita limite

Altro punto fondamentale per una corretta gestione delle proprie operazioni di mercato, è far rientrare nel proprio piano di trading e quantificare in termini percentuali o monetari la massima perdita sopportabile per una specifica operazione. Una volta raggiunta si dovrà vendere ammettendo l’errore. Risulta interessante sapere che Livermore per questa regola trasse spunto dalle sale scommesse, chiamate bucket shop, dove al raggiungimento del 10% di perdita bisognava vendere il titolo.

Oggi tutto questo è semplicemente racchiuso nel concetto e nell’ impostazione di un chiaro Stop Loss che non superi mai il 10% del capitale investito in quella specifica operazione.

Sapere ammettere i propri errori è alla base del successo nel trading.

A proposito di trading, chi è interessato può consultare la nostra guida definitiva al trading online partendo da zero.

L’importanza della liquidità di riserva

Ciò che contraddistingue un trader di successo, ed in generale un uomo di successo, è la capacità di esercitare pazienza ed attendere il momento opportuno per agire o prendere importanti decisioni. Il tenere una liquidità di riserva ha proprio lo scopo di consentire all’investitore di valutare lo sviluppo degli eventi ed essere pronto ad aumentare la propria esposizione nel momento appropriato. Non per forza si deve rimanere a mercato per il 100% del tempo e con il 100% del proprio capitale anzi, avere una riserva a disposizione consente di poter riprendere le operazioni nel caso in cui si debbano subire delle perdite. Ciò che l’investitore deve assolutamente salvaguardare è il proprio capitale economico, nonché capitale psico-emotivo.

Per avere sempre nuovo capitale a disposizione entrano quindi in gioco le proprie abitudini di vita ed anche di trading. Livermore nel suo libro “How to trade in stocks” suggerisce di accantonare il 50% di un’operazione vincente trasformando il proprio lavoro in denaro contante guadagnato e sottraendolo al rischio operativo. Purtroppo per Jesse Livermore, si limitò solamente a scrivere questa regola e non la seguì praticamente mai tanto nel trading, quanto nella vita.