I dividendi sono una parte dei profitti che un’azienda riesce a ricavare e che decide di redistribuire tra i suoi azionisti. Tale distribuzione avviene solitamente ogni tre mesi, ma per scelte aziendali può anche avvenire su base mensile, annuale o persino senza una cadenza specifica.
I profitti di un’azienda possono essere gestiti in diversi modi. Per esempio, i vertici aziendali possono decidere di utilizzarli per pagare debiti aperti, per riacquistare azioni proprie, per investire in nuove attrezzature, per assumere altro personale, per investire in pubblicità, per rilevare un’altra società, e così via. In alternativa, si può decidere di utilizzare questi profitti per ripagare gli azionisti del loro investimento, redistribuendoli appunto sotto forma di dividendi. In altre parole, i dividendi sono semplicemente una delle possibilità che un’azienda ha di utilizzare i propri guadagni.
Ogni realtà, essendo autonoma nelle decisioni, è libera di gestirsi come meglio crede. La consuetudine, però, vuole che le aziende appena affacciatesi sul mercato non distribuiscano dividendi agli azionisti, in quanto i profitti tornano loro utili proprio per investire ulteriormente nella crescita interna. Per quanto non ci sia una regola scritta, dunque, la prassi vuole che la distribuzione dei dividendi sia appannaggio di realtà ormai ben consolidate, con profitti “garantiti” e con un marchio che dà loro autorevolezza e riconoscibilità.
Vediamo ora quali sono i motivi che spingono un risparmiatore, o più semplicemente una persona in cerca di affari, ad investire in azioni che ripagano sotto forma di dividendi.
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Indice
- 1. Guadagni “sicuri” anche quando la Borsa va giù
- 2. Regolarità nei pagamenti
- 3. Chi eroga dividendi cresce in termini di valore
- 4. I dividendi, col tempo, acquisiscono valore
- 5. I dividendi responsabilizzano il management
- 6. Tassazione “equa”
- 7. Dividendi come forma di pensione integrativa
- 8. Reinvestire i dividendi in azione può essere molto conveniente
- 9. Vantaggi per il trading online
- 10. Approfittare del periodo immediatamente precedente
1. Guadagni “sicuri” anche quando la Borsa va giù
Il primo elemento interessante delle aziende che pagano dividendi è rappresentato dal fatto che, scegliendo le aziende giuste, e quindi aziende che hanno buone prospettive di crescita, i dividendi potrebbero riuscire a maturare anche quando il mercato vive una fase non proprio idilliaca. La forza di un’azienda, in sostanza, può riuscire a muoversi in maniera anticiclica rispetto al ciclo azionario generale.
2. Regolarità nei pagamenti
A meno che non si investa in aziende particolarmente solide, che come abbiamo visto possono essere in grado di fronteggiare persino fasi finanziarie stagnanti, i dividendi non sono certo sinonimo di guadagno sicuro. Essendo nient’altro che una forma di investimento, anche loro fanno proprio un fattore di rischio. Tuttavia i dividendi continuano a rappresentare una delle forme di investimento più solide, poiché al netto di casi specifici, la maggior parte delle volte i dividendi vengono pagati con regolarità.
3. Chi eroga dividendi cresce in termini di valore
Un altro fattore da considerare ci viene restituito dalla storia: le aziende che pagano dividendi tendono ad andar meglio delle altre anche sul fronte dell’apprezzamento del capitale. Uno studio della Ned Davis Research, condotto dal 1972 al 2016, dimostra che le dividend stock sono cresciute mediamente dell’9% su base annua, contro una crescita media delle azioni che non pagano dividendi ferma al 2%. Inoltre, dal 1930 al 2014, i dividendi hanno costituito il 40% del ritorno medio annuo dell’indice S&P 500, a riprova insomma di come i dividendi siano tendenzialmente fruttuosi.
4. I dividendi, col tempo, acquisiscono valore
Un altro elemento che la storia ci consegna è rappresentato dal fatto che i dividendi, nel tempo, tendono a crescere sempre di più. Di questo bisogna tenerne conto quando si acquistano azioni. Un esempio? Se l’azienda X paga dividendi pari al 2% del prezzo del titolo, e l’azienda Y eroga un dividend yield del 3%, ma l’azienda X cresce più in fretta dell’azienda Y, allora è altamente probabile che X sia comunque più attrattiva di Y in quanto potrebbe essere nelle condizioni di pagare dividendi più alti già nel prossimo futuro.
5. I dividendi responsabilizzano il management
I dividendi sono anche una sorta di garanzia per quel che riguarda la stabilità e l’affidabilità di un’azienda. Il motivo è ovvio: dal momento in cui l’azienda distribuisce dividendi, il management che la guida deve stare molto attento nelle scelte manageriali che prende, proprio perché è come se avesse una responsabilità nei confronti degli azionisti che necessitano di essere ripagati del loro investimento. Chi paga dividendi, quindi, è tendenzialmente più scrupoloso di chi non ne emette.
6. Tassazione “equa”
In Italia i dividendi sono assoggettati di una tassazione del 26%. Calcolare le tasse sui dividendi non è cosa semplice, in quanto ai fini del calcolo vengono presi in considerazioni diversi parametri (che vanno dalla quantità di azioni detenute, alla localizzazione dell’impresa fino al tipo di partecipazione azionaria). Tuttavia possiamo dire che la tassazione, proprio perché segue determinati principi e non è tale e quale per tutti i casi, può risultare interessante.
7. Dividendi come forma di pensione integrativa
Al di là della tassazione interessante, i dividendi danno luogo anche ad un altro elemento sul quale vale la pena riflettere: la possibilità di essere utilizzati per integrare la pensione. Chi investe parecchio in dividendi, e gode magari di un buon rendimento medio dei titoli, di fatto ha le condizioni tali per far sì che che i guadagni da dividendi diano luogo a un vero e proprio reddito aggiuntivo. Reddito utile da destinare all’integrazione della pensione, appunto.
8. Reinvestire i dividendi in azione può essere molto conveniente
Chi vuole ha comunque la possibilità di reinvestire i dividendi nelle stesse azioni da cui essi sono stati generati. Si tratta di un buon escamotage per produrre ricchezza anche se non si hanno grossi capitali da investire. Un esempio? Chi ha investito nell’indice S&P 500 nel 1996 avrebbe avuto la possibilità di veder crescere il proprio investimento del 6% su base annua. Se però avesse reinvestito i dividendi ottenuti nelle azioni “originarie”, il ritorno medio annuo sarebbe stato non del 6% ma del 8%.
9. Vantaggi per il trading online
Anche nel trading online, che generalmente predilige le operazioni a breve termine, le azioni con dividendi presentano dei vantaggi. Infatti, i CFD offrono ai loro trader di ottenere i benefici economici derivanti dagli stacchi dei dividendi, proporzionalmente alla posizione aperta. Questo vale per chi detiene posizioni “long”, ovvero di acquisto, poiché al contrario chi detiene posizioni “short” ovvero di vendita o ribassiste, otterrà lo stesso risultato ma in negativo.
10. Approfittare del periodo immediatamente precedente
Il periodo (immediatamente) precedente allo stacco e pagamento di un dividendo offre sempre scenari interessanti in termini di trading, poiché se il pagamento del dividendo viene confermato, il titolo in questione inizia a salire. Entrare e uscire al momento giusto può portare a buoni risultati anche in pochi giorni.