Oscillatore Stocastico, per individuare ipercomprato e ipervenduto

Oscillatore stocastico, come individuare zone di ipercomprato e ipervenduto

L’oscillatore stocastico è uno degli indicatori tecnici più utilizzati nell’analisi tecnica dei mercati finanziari e perciò ho deciso di inserirlo anche nel corso CFD. In questo articolo vi spiegherò cos’è lo stocastico, quali segnali di trading offre, come si calcola ed altro ancora.

Per mettere in pratica quanto vedremo e per applicare facilmente lo stocastico ai grafici di prezzo dei vostri asset preferiti, vi consiglio di praticare con un conto demo su una piattaforma di trading regolamentata, come quella che uso io e che offre gratuitamente potenti strumenti di analisi tecnica e fondamentale.

Cos’è lo stocastico?

L’oscillatore stocastico, noto anche come stocastico, è un indicatore tecnico ampiamente utilizzato nell’analisi tecnica per valutare la condizione di ipercomprato o ipervenduto di un titolo o di un mercato finanziario. L’indicatore stocastico è basato sulla premessa che durante un mercato in rialzo, i prezzi di chiusura tendono a chiudere vicino ai massimi, mentre durante un mercato ribassista, i prezzi tendono a chiudere vicino ai minimi.

Come appare graficamente l'oscillatore stocastico
In basso, sotto il grafico, è possibile notare come appare l’oscillatore stocastico.

L’oscillatore stocastico è composto da due linee principali:

  1. Linea principale (%K): rappresenta la posizione del prezzo rispetto all’intervallo di prezzo degli ultimi periodi. Viene calcolata utilizzando la seguente formula:

%K = [(Prezzo di chiusura corrente – Prezzo minimo più basso nell’intervallo)/ (Prezzo massimo più alto nell’intervallo – Prezzo minimo più basso nell’intervallo)] * 100

  1. Linea di segnale (%D): la linea di segnale è una media mobile della linea principale e viene utilizzata per generare segnali di acquisto o vendita. Comunemente, per calcolare la linea di segnale, viene utilizzata una media mobile a 3 periodi della linea principale (%K).

Le linee del grafico dello stocastico sono tracciate su una scala da 0 a 100. Generalmente, valori superiori a 80 indicano una condizione di ipercomprato, mentre valori inferiori a 20 indicano una condizione di ipervenduto. Tuttavia, è importante notare che i trader possono adattare questi livelli in base alle loro preferenze e alle caratteristiche specifiche del mercato.

Segnali dello stocastico

I segnali di trading generati dall’oscillatore stocastico includono:

Incroci:

  • Quando la %K incrocia dal basso verso l’alto la %D, può essere un segnale di acquisto.
  • Quando la %K incrocia dall’alto verso il basso la %D, può essere un segnale di vendita.

Zone di ipercomprato e ipervenduto:

  • Quando entrambe le linee si trovano sopra il livello di 80, il mercato è considerato in ipercomprato e potrebbe esserci una correzione al ribasso.
  • Quando entrambe le linee si trovano sotto il livello di 20, il mercato è considerato in ipervenduto e potrebbe esserci un rimbalzo al rialzo.

L’oscillatore stocastico può essere utilizzato su diversi intervalli di tempo e per vari strumenti finanziari. È sempre comunque consigliabile utilizzare l’oscillatore stocastico in combinazione con altri strumenti di analisi e considerare anche altri fattori come l’analisi fondamentale prima di prendere decisioni di trading.

Formula dell’oscillatore stocastico

Sebbene non avrete mai bisogno di calcolarlo voi stessi poiché sarà sempre la piattaforma di trading a farlo, scopriamo come si compone la formula dell’oscillatore stocastico in modo tale da poter capire la logica del suo funzionamento.

%K = 100 * [(CHIUSURA – MINn) / (MAXn – MINn)]

Dove:
MINn = Minimo degli ultimi n giorni
MAXn = Massimo degli ultimi n giorni
CHIUSURA = prezzo di chiusura ultima sessione (odierna)

Il valore n non è fisso ma può essere impostato come si desidera sulla piattaforma di trading. Il creatore dell’oscillatore stocastico, George Lane, preferiva l’impostazione a 14 periodi, anche se tutto dipende dal mercato in cui si opera.

La formula quindi diventa:

%K = 100 * [(CHIUSURA − MIN14)/(MAX14 − MIN14)]

Con questa formula, si confronta il prezzo di chiusura più recente con il prezzo minimo in un determinato intervallo di tempo, che nel caso di questa formula è formato da 14 periodi.
Il calcolo dello stocastico confronta quindi il valore attuale e lo rapporta ai valori massimi e minimi del prezzo registrati in un certo periodo di tempo. Con questo calcolo ottiene il valore %K, che consente successivamente di determinare %D, ovvero il valore della media definita.

Tipologie di stocastico

Sì, esistono più tipologie di oscillatore stocastico, ognuna con caratteristiche specifiche per adattarsi a diversi stili di analisi tecnica e condizioni di mercato. La scelta della tipologia di oscillatore stocastico dipende dalle condizioni di mercato e dal livello di sensibilità richiesto per la strategia di trading. Trader più dinamici possono preferire il Fast o l’RSI Stocastico, mentre chi opera su trend più stabili può optare per lo Slow o il Full Stochastic.

Qui di seguito, approfondiamo le diverse tipologie di stocastico.

Stocastico semplice (Fast Stochastic)

Questo è il tipo più basico e riflette direttamente i calcoli originali sviluppati da George Lane, l’ideatore dell’oscillatore stocastico. È composto dalle due linee principali:

  • %K: rappresenta il valore stocastico grezzo.
  • %D: è una media mobile semplice (SMA) della %K, solitamente calcolata su 3 periodi.

Lo stocastico semplice è molto sensibile alle fluttuazioni di prezzo, il che lo rende utile per mercati rapidi ma soggetto a falsi segnali in situazioni di alta volatilità.

Stocastico lento (Slow Stochastic)

Lo stocastico lento è una versione più smussata e meno sensibile dello stocastico semplice. La linea %K del Fast Stochastic diventa la linea %D dello Stocastico Lento, e una nuova %D viene calcolata come una media della nuova %K.

  • %K lenta: calcolata sulla base della %D del Fast Stochastic.
  • %D lenta: media mobile della nuova %K.

Questo tipo di stocastico è più stabile e meno soggetto a falsi segnali, rendendolo ideale per mercati con movimenti più lenti.

Stocastico full (Full Stochastic)

Lo stocastico full è una versione personalizzabile dell’oscillatore stocastico. Consente al trader di modificare i parametri per adattarsi meglio al mercato o alla propria strategia:

  • %K: periodo di calcolo del valore stocastico.
  • %D: periodo della media mobile della %K.
  • Smoothing: un ulteriore parametro per smussare i valori, controllando quanto reattivo o stabile debba essere l’oscillatore.

Questa flessibilità rende lo stocastico full un’opzione versatile, adatta a molte situazioni di mercato.

Stocastico RSI (Stochastic RSI)

Lo stocastico RSI combina il concetto dell’oscillatore stocastico con quello dell’RSI (Relative Strength Index). Non calcola direttamente i prezzi, ma utilizza i valori dell’RSI per determinare livelli di ipercomprato e ipervenduto.

  • È più reattivo rispetto al classico stocastico, in quanto lavora su un indicatore derivato.
  • Ideale per identificare segnali in mercati laterali o poco direzionali.

Differenze principali

  • Fast Stochastic: sensibile, più soggetto a falsi segnali.
  • Slow Stochastic: più stabile, adatto a strategie di medio termine.
  • Full Stochastic: personalizzabile, offre maggiore controllo.
  • Stochastic RSI: applica il concetto di stocastico al Relative Strength Index.

Operatività: come si usa lo stocastico?

Questo sia perché non vi sono cambi repentini, sia perché questo oscillatore è ottimale per le fasi di mercato laterale. Una fase di mercato laterale è quella in cui non vi è un trend ben definito. Un altro fattore ottimale per l’oscillatore stocastico è il breve termine. Quindi, sintetizzando, l’oscillatore stocastico si usa in situazioni di mercato laterali e sul breve termine.

Considerando un titolo azionario con delle quotazioni che seguono una certa irregolarità, senza trend ben definiti, con movimenti non lisci, spesso sovrapposti, potremo definirlo in una situazione laterale.

Procedendo sul piano operativo, individuiamo innanzitutto 2 punti sulla parte superiore e 2 punti sulla parte inferiore, tracciando due trend line e una proiezione. Fatto ciò, opereremo:

  • Acquistando: se il prezzo tocca la trend line inferiore e le due linee dello stocastico si incrociano nella zona di ipervenduto
  • Vendendo: se il prezzo tocca la trend line superiore e le due linee dello stocastico si incrociano nella zona di ipercomprato

Come comportarsi con un trend?

Abbiamo detto che l’oscillatore stocastico è ideale per le fasi laterali. Tuttavia, se si riesce ad individuare con “certezza” un trend, ovvero se ci si trova in un trend ben definito, si può sfruttare il ritracciamento, entrando nella stessa direzione del trend originario per cercare di sfruttare la fine della correzione.

In parole più semplici, quando un prezzo si muove verso una direzione in modo costante e accentuato e potremo considerarlo come una tendenza, potremo supporre che tale tendenza continuerà il suo percorso anche dopo una leggera correzione.
In tal caso:

  • Un segnale di acquisto viene generato dal momento in cui le linee dello stocastico si incrociano nell’area di ipervenduto
  • Un segnale di vendita viene generato dal momento in cui le linee dello stocastico si incrociano nell’area di ipercomprato

Come comportarsi in caso di divergenza?

Abbiamo visto come operare in caso di mercato laterale e mercato con trend. Ora vediamo il caso in cui abbiamo una divergenza, intesa come divergenza tra i prezzi e l’oscillatore.

Se ci troviamo in una situazione in cui il prezzo segna due massimi decrescenti e nello stesso punto si verificano due massimi crescenti (vedi lezione sul doppio massimo e minimo), potremmo trovarci in una fase di divergenza ribassista e il titolo potrebbe effettuare un’inversione. Lo stesso vale ovviamente per il contrario in cui avremmo una divergenza rialzista.

Ad ogni modo, è consigliato attendere divergenze in fase di leggera tendenza o in fase laterale, poiché le probabilità di successo dei segnali sono sicuramente più alte.
Molti analisti e trader utilizzano lo stocastico come rampa di lancio, come filtro prima di aprire una posizione al rialzo o al ribasso, con l’obbiettivo di integrare i segnali ottenuti con altri indicatori.

Analisi tecnica con l’oscillatore stocastico

In questa lezione vedremo come fare un’analisi dello stocastico ovvero di un grafico a cui si è applicato l’oscillatore stocastico. Per iniziare, quindi, occorre avere un grafico come quello qui sotto. Come vedete, abbiamo applicato un oscillatore stocastico al grafico in tempo reale relativo allo strumento EUR/USD. Per farlo, abbiamo utilizzato la piattaforma Plus500, cliccato sul pulsante f(x) che vedete qui sul bordo blu e quindi scelto “stocastico” nell’elenco delle funzioni applicabili.

Esempio di analisi oscillatore stocastico

Come potete vedere, sotto il grafico a candele giapponesi relativo alla coppia valutaria ci sono le linee dello stocastico:

  • Linea verde: %K
  • Linea blu: %D

Se non vi ricordate cosa sono %K e %D vi rimandiamo alla prima lezione sull’oscillatore stocastico.

Per effettuare l’analisi dobbiamo dividere il grafico in tre zone: 0-20, 20-80, 80-100.

Le zone dello stocastico

L’indicatore stocastico funziona per zone e ciascuna zona offre dei segnali diversi. Le zone sono tre: 0-20; 20-80; 80-100. Qui di seguito, andiamo ad evidenziare le caratteristiche tecniche di ciascuna delle tre zone dello stocastico.

Zona 0-20

La zona 0-20 del grafico dello stocastico rappresenta la zona di ipervenduto, ovvero una zona in cui lo stocastico indica la presenza di forti ribassi di prezzi o per meglio dire “interessanti”. Infatti, proprio perché l’oscillatore arriva in questa zona dobbiamo attivarci e capire se è il momento giusto per puntare sull’inversione e quindi sul rialzo. Infatti, ricordiamoci che l’obbiettivo dello stocastico è proprio quello di prevedere e “catturare” le inversioni, puntando sui nuovi trend. Si tratta della modalità più efficace per trarre profitto dal trading con CFD e dal trading in generale, quindi anche dall’investimento tramite broker tradizionali.

Ebbene, quando l’oscillatore arriva in zona 0-20 arriva anche il momento dello studio sull’entrata con posizione d’acquisto (long).

Va precisato che occorre analizzare anche il contesto nel quale l’oscillatore arriva in questa posizione, poiché se ci arriva in condizioni di mercato al ribasso costante, sarà molto probabile una rottura del trend e quindi un’inversione. Se invece la condizione di ipervenduto si verifica per fattori micro o macro economici, non è detto che l’inversione avvenga in tempi brevi, poiché il ribasso è dovuto a fattori fondamentali e non tecnici.

Quindi, per sintetizzare, possiamo dire che l’oscillatore stocastico offre segnali di trading di inversione al rialzo quando il prezzo arriva in zona 0-20 in momenti in cui il mercato non è particolarmente influenzato da fattori micro economici (es. bilancio trimestrale di un’azienda in caso di azioni) o macro economici (es. la variazione di tassi d’interesse di uno stato che emette valuta).

Zona 20-80

In questa zona l’oscillatore stocastico non offre segnali di entrata. E’ bene evidenziare che l’oscillatore può trovarsi in questa zona anche quando vi è un ribasso o un rialzo costante del prezzo. Infatti, lo stocastico arriva oltre gli 80 o sotto i 20 solo nelle situazioni in cui il rialzo o il ribasso accelerano in modo “interessante” tale da far presagire una inversione.

Zona 80-100

Si tratta della situazione diametralmente opposta a quella della zona 0-20. Quando l’oscillatore stocastico arriva in zona 80-100 vi è una situazione di ipercomprato e quindi si può iniziare a studiare il momento propizio per puntare sull’inversione al ribasso.
Anche in questo caso, nel caso in cui si arrivi alla zona di ipercomprato dopo un lungo trend al rialzo, l’inversione è più probabile.

Gli incroci

Nell’analisi dello stocastico vanno tenuti ben presente gli incroci, che giocano un ruolo a dir poco “cruciale”, per usare un gioco di parole. Per quanto stupido possa essere, ricordatevi questo gioco di parole in modo tale che vi ricordiate degli incroci, quando utilizzerete lo stocastico:

  • Nel caso in cui la linea blu inverte la propria tendenza e va a intersecare la linea rossa, si ha un segnale di acquisto
  • Nel caso in cui la linea rossa inverte la propria tendenza e va a intersecare la linea blu, si ha un segnale di vendita
  • Se si segue una tendenza e un incrocio diventa più incisivo, si ha un forte segnale nella stessa direzione del trend in atto. In questo caso la linea %D andrà a incrociare la linea %K
  • Quando il grafico dei prezzi mostra due massimi e allo stesso tempo l’indicatore stocastico mostra un andamento discendente, si è davanti ad un forte segnale di cedimento del trend in atto e quindi un forte presupposto di inversione in tempi molto brevi.

Vai alla lezione successiva sull’indicatore Coccodrillo o Alligator.

FAQ Stocastico

Cosa è lo Stocastico?

Lo Stocastico è un indicatore tecnico ampiamente utilizzato nell’analisi tecnica per valutare la condizione di ipercomprato o ipervenduto di un titolo o di un mercato finanziario

Quando si usa lo Stocastico?

Lo Stocastico si usa per valutare le condizioni di ipercomprato e ipervenduto di un titolo o di un mercato finanziario.

Quali segnali offre lo Stocastico?

Le linee del grafico dello stocastico sono tracciate su una scala da 0 a 100. Generalmente, valori superiori a 80 indicano una condizione di ipercomprato, mentre valori inferiori a 20 indicano una condizione di ipervenduto.